La lotta contro lo spreco di cibo
Il 2013 è stato proclamato dall’Unione Europea l‘anno della lotta contro lo spreco alimentare. La situazione è piuttosto grave soprattutto nei paesi ricchi dove lo spreco di cibo, secondo il Global Food Losses and Food Waste, è di 222 milioni di tonnellate quasi pari dell’intera produzione alimentare netta dell’Africa sub-sahariana (230 milioni di tonnellate)!
Lo spreco avviene soprattutto nelle fasi di vendita e di consumo, a differenza dei Paesi più poveri dove le perdite riguardano le fasi di raccolto. (Cfr. Gaia News dell’8.01.2013)
Hanno raccolto l’invito della UE molteplici organizzazioni a partire dalla FAO, che sta coinvolgendo numerosi partner del settore pubblico e privato con iniziative di sensibilizzazione e informazione.
World Food Day
Il 16 ottobre ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione istituita con l’obiettivo di creare consapevolezza riguardo al problema della fame nel mondo, sulle misure necessarie per risolvere questa ingiustizia e per riflettere sulle criticità del sistema agroalimentare.
L’Italia è in prima linea sia sul fronte dell’informazione sia nella comunicazione di best-practices sul tema della riduzione dello spreco di cibo, il mondo accademico e le associazioni ambientaliste hanno trovato in questo tema un interesse comune.
Nella Regione Piemonte e Valle D’Aosta 2 anni fa è stato avviato un progetto, con il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico, volto a sensibilizzare i consumatori ed educarli ad un comportamento critico nei confronti delle abitudini di consumo.
Una buona occasione fuori e dentro la Rete
La Regione Piemonte e la Valle D’Aosta di comune accordo hanno deciso di realizzare un progetto denominato “Una buona occasione” (contribuisci anche tu a ridurre gli sprechi alimentari)” con l’obiettivo di promuovere sistemi alimentari sostenibili riducendo lo spreco alimentare nelle fasi della distribuzione commerciale e del consumo domestico.
Ideatore del progetto è il dr. ROBERTO CORGNATI, Responabile del Settore Relazioni con il Pubblico (URP), Tutela dei cittadini e Tutela dei consumatori della Regione Piemonte .
Il progetto intende agire su 2 fronti, da un lato favorendo lo smaltimento mediante offerte promozionali, dei prodotti in eccedenza e, dall’altro, nei confronti dei consumatori favorendo l’adozione di comportamenti che aiutino a ridurre gli sprechi.
Secondo il WWF ogni italiano butta 316 euro di cibo all’anno con un impatto ambientale piuttosto considerevole.
Il vantaggio di un comportamento più sostenibile non è solo ambientale o etico, ma anche economico perchè aumenta la convenzienza sia per le aziende che riducono l’invenduto, sia per i consumatori che spendono meno.
Il progetto è stato avviato a marzo 2013 con un’indagine sui comportamenti di acquisto e consumo di generi alimentari, che ha coinvolto un campione di 1500 famiglie. Ecco il questionario diffuso online. I risultati di questa indagine arriveranno proprio in questi giorni nelle mani del dr. Corgnati.
La comunicazione del progetto è affidata a un sito www.unabuonaoccasione.it e un forum sui quali convoglieranno idee e best practices sul tema della lotta agli sprechi alimentari, dando nel contempo anche visibilità agli enti che partecipano all’iniziativa.
Ad oggi i partner del progetto sono i Dipartimenti di Management, di Economia e di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Torino, il Museo A come Ambiente di Torino, Last Minute Market di Bologna, le principali Associazioni di tutela dei consumatori del Piemonte e della Valle d’Aosta, la Città di Torino, Slow Food, Cinemambiente e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Il progetto troverà il suo momento culminante con le campagne informative e promozionali dei primi mesi del 2014.
Intervista a Roberto Corgnati, ideatore del progetto “Una buona occasione”

Dott. Roberto Corgnati – Ideatore del progetto “Una buona occasione”
- Da dove nasce l’idea del progetto e per quale motivo la Regione Piemonte ha deciso di abbracciare proprio questo tema?
La nostra principale preoccupazione è stata quella di rendere il consumo consapevole e sostenibile e lo stiamo facendo in due modi.
Da un lato c’è l’attività istituzionale di tutela del consumatore che si concretizza in un’assistenza sulle implicazioni delle scelte di consumo, per correggere i comportamenti acriticamente ripetuti negli acquisti quotidiani.
Dall’altro è in corso una campagna di sensibilizzazione sui temi ambientali.
- Com’è articolato il progetto e quali sono le criticità individuate?
Lo spunto da cui partiamo per l’analisi degli sprechi alimentari è molto circoscritto: forniamo informazioni sul significato della scadenza dei prodotti con l’obiettivo di correggere comportamenti che hanno degli effetti devastanti sullo spreco alimentare.
Per esempio uno dei comportamenti di consumo più dannoso è la scelta di confezioni con scadenza più lontana tralasciando quelli con scadenza più vicina. In questo modo non si fa che aumentare l’accumulo di prodotti destinati alla discarica.
Noi cerchiamo invece di far capire al consumatore come evolvono le caratteristiche del prodotto durante la sua vita, sia dal punto di vista sensoriale che organico e i dati sono confortanti: il prodotto resta integro per l’intera sua durata riportata sulla confezione.
C’è una grande differenza sul significato di una scadenza di tipo prescrittivo come la dicitura “da consumarsi entro” stabilito a tutela della salute pubblica e quella con dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”. In questo secondo caso, dove il rischio di una proliferazione batterica è remoto, l’invito a rispettare la scadenza riguarda solo l’integrità delle caratteristiche organolettiche del prodotto che potrebbero eventualmente alterarsi senza però arrecare alcun danno alla salute. Insomma, buttare la pasta perchè è stato superato il termine di scadenza di una settimana o di un mese non ha alcun senso.
- Quali sono i vantaggi diretti di un’educazione alla riduzione degli sprechi alimentari e quali sono in termini percentuali le responsabilità del settore agroalimentare rispetto a quello commerciale o alle abitudini domestiche?
La responsabilità riguarda tutta la filiera produttiva fino al consumatore finale. All’origine il produttore ha varie ragioni economiche, politiche e agricole e convenienza a non raccogliere e non vendere.
Poi l’industria alimentare genera sprechi per soddisfare un criterio di estetica del prodotto e la distribuzione perché non riesce a prevedere i volumi del prodotto che la domanda è in grado di assorbire.
Non va trascurato anche l’effetto psicologico degli scaffali vuoti per cui le catene di distribuzione si affannano a mostrare sempre scaffali pieni nonostante sappia di non venderli. E infine da parte del consumatore c’è l’abitudine a comprare più del necessario, facendo scelte compulsive, irrazionali, senza una programmazione della spesa. Aggiungerei inoltre l’effetto nocivo delle iniziative promozionali come i coupon che inducono a consumare più di quanto si ha realmente bisogno.
- Cosa si sta facendo a questo riguardo da parte delle GDO?
Le grandi catene distributive stanno progressivamente rinsavendo, per esempio soprattutto in Europa stanno proponendo confezioni per single, monoporzioni e stanno aumentando le offerte sui prodotti con scadenza ravvicinata.
- Quale strategia promozionale intende avviare la Regione Piemonte per il progetto? Avete contattato qualche ecoblogger?
La condivisione del progetto sui social media sarà avviata presumibilmente nei primi mesi del 2014 dopo la pubblicazione del sito.
L’altra novità è che in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta avvieremo una piattaforma di consulenza, un forum dedicato alla cosiddetta “economia domestica”, cioè a quelle regole di gestione e conservazione del cibo che abbiamo in dispensa al fine di non buttarlo via, prendendo spunto da un famoso sito newyorkese che ha particolare successo.
Le fasi successive consisteranno:
-
nel completamento delle analisi laboratoriali di una serie di prodotti durante l’intero loro periodo di commerciabilità
-
nella sensibilizzazione dei consumatori attraverso la diffusione di materiale informativo cartaceo in concomitanza con le campagne promozionali dei prodotti alimentari in prossimità di scadenza
- nella diffusione di “ricette degli avanzi”
-
nel coinvolgimento delle scuole con una serie di iniziative di sensibilizzazione, dedicate ai ragazzi, sul tema della lotta agli sprechi alimentari
Sito ufficiale del progetto
http://www.unabuonaoccasione.it
Gli hashtag sul tema
#ThinkEatSave – La FAO ha avviato una campagna dal titolo Think. Eat. Save che potrete seguire con il relativo hashtag
#foodwaste
#unitedAgainstFoodWaste
#sprecoalimentare
#oneplanetfood
#WFD2013
L'immagine a inizio post è tratta dal sito blogs.independent.co.uk - Getty Image
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