Le nuove tecnologie e l’avvento di Internet nella vita di tutti i giorni hanno radicalmente modificato il modo in cui cresciamo, ci informiamo e comunichiamo: se è vero che non ha senso fare di tutta l’erba un fascio, è altrettanto vero che capire come come le varie generazioni si comportano e si differenziano tra loro può aiutarci, sia per relazionarci che lato business.
Oggi ti guidiamo attraverso le varie generazioni che abitano questo secolo e che impongono approcci e modi di pensare totalmente differenti, chiamate rispettivamente Generation X, Y e Z e Baby Boomers.
I Baby Boomers: indipendenti e grandi lavoratori
Nati tra il 1946 e il 1964, i Baby Boomers fanno parte del periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale in cui si registrò non solo una crescita economica importante, ma anche un vero e proprio boom di nascite.
Pare che i Baby Boomers siano fortemente orientati al lavoro, alla carriera e indipendenti anche in virtù delle maggiori possibilità economiche e di istruzione rispetto alla generazione precedente.
Portati alla concretezza, credono più nelle relazioni “faccia a faccia” e nel lavoro a stretto contatto rispetto a quello “da remoto” che gode di una larga diffusione oggi grazie alle nuove tecnologie.
Questa generazione crede più nell’esperienza che nel foglio di carta che attesta un determinato percorso di studi e, ad oggi, occupa posti di autorità nelle più grandi imprese a livello mondiale.
Rientrano in questa categoria personaggi del calibro di Steve Jobs e Bill Gates.
La Generazione X: “lavorare per vivere”, non “vivere per lavorare”
Rientrano in questa generazione le persone nate dalla seconda metà degli anni 60 e i primi anni 80 e influenzate nella loro crescita da eventi epocali come la Guerra in Vietnam.
Caratterizzata da una maggiore apertura verso tutti i tipi di differenze (genere, razza, orientamento sessuale), questa generazione è stata la prima a crescere con i computer ed è quindi più a suo agio con le nuove tecnologie rispetto alla precedente.
Chi rientra in questa definizione è spesso ambizioso, autosufficiente , più flessibile nel cambiamento di lavoro e, rispetto alla generazione precedente, tende a “lavorare per vivere” e non a “vivere per lavorare”.
La Generazione Y: liberali, tolleranti e…narcisi!
Chi è nato tra il 1980 e il 2000 rientra in questa definizione, anche detta “Millenial Generation”.
I Millenial sono stati plasmati dalle nuove tecnologie e vivere connessi anche 24 h su 24 fa parte del loro DNA: hanno di sovente avuto un infanzia più agevolata rispetto ai loro genitori e sono a volte descritti come narcisisti, pigri e inclini a cambiare lavoro con facilità (sarà un po’ colpa anche di una crisi endemica e di un sistema di lavoro che tende al precariato?).
Addirittura, alcuni studi ci descrivono (sì, ne faccio parte anch’io!) come meno interessati a questioni politiche e civili delle generazioni precedenti e più orientati ai beni materiali ed effimeri (soldi, immagine, fama), dall’altro lato, veniamo descritti anche come più aperti mentalmente, più ricettivi a idee nuove e anche più liberi nell’espressione di noi stessi.
Siamo quindi molto più tolleranti verso qualsiasi tipo di differenza e opinione rispetto alle generazioni precedenti, ma abbiamo anche una tendenza a vivere molto più a lungo in casa con i genitori rispetto a chi ci ha preceduto, nonché a tornarvi dopo brevi periodi “di indipendenza” (per questo siamo stati anche chiamati “Boomerang Generation”).
La Generazione Z: iperconnessi, ma…più intelligenti!
La definizione “Generazione Z” abbraccia i nati dopo il 2000.
Questi ragazzi sono cresciuti a pane, Internet e Tablet, facendo di loro individui iperconnessi che “preferiscono scrivere un messaggio anziché parlare con qualcuno”. Sono nati sospesi tra il terrore del riscaldamento globale e la crisi economica imperante, questo li ha fatti crescere più in fretta e più sensibili verso i problemi “del mondo” rispetto alle generazioni precedenti.
Proprio perché cresciuti con l’ausilio della tecnologia in ogni campo della loro vita, sono più propensi a trovare una rapida soluzione che a lavorare duramente per risolversi in autonomia i propri problemi: “il loro istinto è di mirare più alla rapidità che all’accuratezza”.
D’altra parte, la continua mole di informazioni con cui sono bombardati ogni giorno pare faccia sì che la loro mente venga costantemente allenata nel processare molti contenuti e ne faccia individui più intelligenti rispetto alle generazioni precedenti.
Se queste definizioni non possono tener conto delle enormi differenze che ci sono da individuo a individuo, sicuramente possono essere un buon punto di partenza per capire meglio i vari misunderstanding e differenze di pensiero ricorrenti tra padre e figlio, nonno e nipote, dirigente e dipendente, nonché lato business per calibrare meglio messaggio e offerta verso i target definiti.
E ora dicci, ti rivedi nei tratti della tua generazione? 😉