Le dieci righe che normalmente utilizzo per presentare i miei guest, questa volta saranno sostituite da un Podcast, questo perché questa settimana la mia ospite è Beatrice Nolli creatrice di “Socializer, i Social Media da ascoltare“. Queste sono le nostre voci.
-Matteo Piselli-
La nostra chiacchierata con Beatrice continua nella consueta forma scritta
Chi sei e quale è stato il percorso per giungere a maturare l’idea di Socializer?
Chi sei sembra un domanda facile a cui rispondere ma in realtà apre scenari di varia natura, tutti concatenati tra loro e difficili da esaurire in poche parole. Ecco, sono una persona complessa! l lato di me più conosciuto in rete è quello relativo al mio lavoro ed alle mie più grandi passioni: il Social Media Marketing, la radio, la famiglia.
Alcuni anni fa, parliamo della fine degli anni ‘90, scelsi di occuparmi di marketing digitale, all’epoca si trattava di definire i primi nomi a dominio e progetti correlati come il sito vetrina che gli amarcord come me ricordano con tenerezza e orrore. Poi è stato il momento dell’email marketing, dei progetti di comunicazione digitale più articolati, dei siti dinamici e così è arrivata l’era dei Social Media.
Io, come tanti colleghi ed amici, ero già lì. Ero social e non lo sapevo ancora. Dopo dieci anni di esperienza in azienda, sono passata alla vita da solista (libero professionista suona asettico, freelance non mi piace per la parola free , il paragone con la musica lo preferisco ). Nel frattempo, grazie a mio marito, avevo conosciuto e coltivato la passione per il podcasting, con il progetto amatoriale PizzaCast, che mi ha dato modo non soltanto di sperimentare un progetto editoriale basato sulla voce, ma anche di conoscere colleghi e iniziare la costruzione di una rete di rapporti umani e professionali che costituisce oggi una grande ricchezza per me come persona e come professionista.
Come accade per tutti c’è un momento in cui si sente di voler dare un contributo, soprattutto per chi lavora in rete e con la rete questa sensazione arriva ad essere molto forte, ci si sente quasi debitori nei confronti delle grandi opportunità di crescita che si possono ottenere quotidianamente.
Così, guidata da questo sentire e dalla forte passione per la radio, avendo la fortuna di conoscere persone fantastiche, come voi di Cowinning, come il collega e amico Francesco Russo e come gli ospiti che fino ad ora avete ascoltato nel salottino di Socializer, ho pensato che fosse giunto il momento di riunire tutto questo e dare vita ad un progetto che portasse i Social Media nelle orecchie di tutti anche fuori dalla rete, “Socializer: i Social Media da ascoltare“, forse è un po’ ambizioso ma le sfide sono il sale della vita!
Quali sono le caratteristiche – secondo la tua esperienza – che differenziano un buon progetto online e lo differenziano rispetto ai tanti che nascono ogni giorno?
Difficile dire quali siano le caratteristiche in assoluto che possano differenziare un buon progetto dal mare di idee che nascono ogni giorno. Per Socializer, se vogliamo dargli questa bella etichetta di buon progetto, posso dire che le caratteristiche che hanno fatto la differenza sono sicuramente i contenuti, la pianificazione a lungo termine che aiuta moltissimo in termini di continuità e attenzione, il formato che consente un ascolto rilassato e multitasking e, ecco una punta di orgoglio, l’innovazione dato il formato decisamente nuovo per questo tipo di argomenti nel nostro Paese. Socializer è il primo podcast sul mondo dei Social Media in Italia.
Nel primo episodio di Socializer, Nicola Palmarini parla di come l’utilizzo della voce ci permetta di approfondire notevolmente la conoscenza di persone delle quali abbiamo una percezione limitata dalla sola socialconoscenza. Che effetto ti ha fatto sentire parlare i tuoi social amici? C’è qualcuno che si è rivelato completamente diverso da come te l’aspettavi?
Questo è un fattore che in realtà ci ha fatto molto riflettere. Francesco Russo ed io ci siamo interrogati a lungo su questi aspetti e avevamo delle remore personali, data la sovraesposizione a cui ti sottopone questo progetto, ma anche dei dubbi sulla voglia da parte di colleghi ed amici di mettersi in gioco in questa ottica….tutto è svanito dopo il primo giro di chiacchierate con amici e colleghi: oggi abbiamo la fortuna di vedere moltissima partecipazione e voglia di esserci. Quanto alle aspettative devo dire che con molti dei nostri ospiti abbiamo avuto modo di lavorare insieme o incontrarci durante eventi di settore, per cui conoscevo già l’impatto che gli stessi avrebbero dato alla trasmissione, mentre con chi non avevamo ancora conosciuto ci siamo sentiti subito in sintonia e tutto è andato, emozione permettendo, come doveva andare.
A mio parere la forza del contenuto audio sta nel permettere all’ascoltatore di chiudere gli occhi, limitando pesantemente la possibilità di distrazione. Sei d’accordo? Esistono altri vantaggi?
Questo è uno dei vantaggi, un altro sta nell’avere un’approccio più personale, la voce porta con sé molto della personalità e delle emozioni di chi sta parlando e crea in chi ci ascolta una maggiore empatia. Altro aspetto è la possibilità di essere realmente multitasking, il podcast ti permette di aggiornarti, confrontarti, approfondire, in qualsiasi momento e questo fa si che si possano sfruttare i cosiddetti tempi morti per approvvigionare il cervello con la delicatezza propria della radio. Abbiamo persone che ci ascoltano in auto, in treno, sul tapis roulant o mentre fanno jogging, altre mentre cucinano o lavorano, altre ancora mentre si godono una passeggiata al parco con l’amico fedele.
Grazie mille per avermi ospitata in questo preziosissimo spazio, vi aspetto in trasmissione per raccontare a tutti i “Socializer” il progetto Cowinning: collaborazione e contenuti interessanti è un binomio che arricchisce ogni giorno i nostri lettori di feed!
Gli strumenti necessari per la creazione di Podcast di buona qualità sono quasi tutti presenti nelle disponibilità tecnologiche di tutti noi, eccone una selezione:
- Un buon computer sul quale effettuare la registrazione dei file audio, sia Mac Osx che Microsoft Windows sono adatti allo scopo.
- Un microfono a condensatore, se dispone di un’uscita usb si può evitare di passare attraverso un mixer.
- Un paio di cuffie adeguate permetteranno di isolare il suono ed eventualmente intervenire sui settaggi.
- Audacity, il software di editing audio più diffuso e presente su ogni piattaforma.
- Un account Skype per il co-conduttore e gli ospiti.
- Soundflowerbed e LineIn, due software che permettono la registrazione direttamente da Skype.
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