La fotografia e la narrazione collaborativa

Photelling

Ferdinando Scianna, uno fra i più grandi e riconosciuti esponenti del foto giornalismo italiano, definisce il fotografo come un “lettore del mondo”. Il lettore, come l’ascoltatore, interpreta e restituisce visioni, ricomponendo significati attraverso le immagini che scatta.

La fotografia come altri linguaggi espressivi, ha subito una vera rivoluzione con l’avvento di Internet e dei Social Media.
Il primo grande effetto che la fotografia ha subito, così come è accaduto alla scrittura, è stato che gli strumenti di comunicazione visiva sono aumentati tantissimo. La diffusione dei dispositivi mobili, la facilità d’uso delle camere digitali, nonché le applicazioni per il ritocco e il trattamento delle immagini, per non parlare dei social network visivi hanno trasformato tutti noi in fotografi.

Difficile resistere alla tentazione di uno scatto domestico, di un gattino o di un selfie. Anche in ambito professionale è raro, anzi quasi impossibile, non utilizzare le immagini per comunicare. Come più volte ribadito in altri post o dai più autorevoli esperti di web marketing, le immagini funzionano su Internet per una serie di ragioni:

    • internet è soprattutto un mezzo visivo, esattamente come noi esseri umani
    • le immagini si fissano nella nostra memoria e attivano le nostre emozioni
    • le immagini sono un linguaggio universalmente comprensibile

Luisa Carrada nel suo libro “Lavoro, dunque scrivo!” sostiene che a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, cioè da quando Internet e la posta elettronica sono stati introdotti, si è verificata una rivoluzione nelle relazioni professionali che si sono trovate dominate dalla parola scritta.

Ma su Internet i testi sono continuamente manipolati e assumono nuove forme, passando attraverso gli strumenti della multimedialità, multicanalità e della transmedialità.
Lo stesso destino lo condividono le immagini e la fotografia che con il testo vivono una nuova vita frammentaria, decontestualizzata, ricombinata e assemblata assumendo “tante forme e tanti percorsi quante sono le persone che cercano, confrontano, aggregano, producono nuove conoscenze. Cioè tutti noi” (cit. Luisa Carrada)
Possiamo allora affermare che ogni immagine, una volta pubblicata, non appartiene più al suo autore ma diventa parte di un patrimonio collettivo e di una narrazione collaborativa e continua.
In questa miscellanea di forme e di canali visivi si è innestato spontaneamente un movimento contrario di ricomposizione delle innumerevoli narrazioni che si è concretizzato in vari fenomeni:

  • i racconti fotografici delle comunità locali, come gli Instagramers
  • i racconti fotografici civici
  • i racconti visivi metropolitani

Gli Instagramers, le InstaMostre e tutti gli altri

I gruppi di Instagramers sono sorti in modo spontaneo producendo effetti di innovazione e dinamismo anche nei contesti di provincia dove il coinvolgimento sociale e la dimensione collaborativa sono molto più forti.

InstagramersItalia diventa nel 2013 un’associazione senza fini di lucro “finalizzata alla conoscenza e diffusione di Instagram e della mobile photography attraverso eventi e challenge”. L’attività è quella di organizzare sul territorio, quindi offline, attraverso gruppi locali incontri fra appassionati di fotografia e condividere tramite Instagram momenti di vita, sentimenti e luoghi.
Lo scorso 1 febbraio InstagramersItalia ha lanciato un progetto col tag #Italia365 che ha lo scopo di << costruire una “mappa” visiva dell’Italia e dei suoi numerosi tesori, visti e raccontati con i vostri occhi>> come scrive Nicola Carmignani sul blog della community.
Ogni giorno viene scelta una foto che racconta l’Italia e pubblicata sull’account Instagram e su un album fotografico sull’account Facebook.

Il movimento di appassionati Instagramers sta producendo in Italia numerose InstaMostre, come per esempio l’evento di Cagliari T Love Cagliari. L’aspetto significativo è che si tratta in tutti i casi di associazioni spontanee che nascono dal desiderio di narrare visivamente il proprio territorio.

Sceglie invece Tumblr il racconto fotografico di “Potenza digitale“, un vero storytelling fotografico urbano basato esclusivamente sullo sguardo e nelle prospettive dei suoi abitanti.

Il progetto www.sciaccavistadanoi.it è invece una mostra video-fotografica amatoriale che nasce da un’iniziativa privata, sempre col medesimo scopo di far conoscere le bellezze della città e offrire visibilità ai fotografi.

Storytelling urbano

Le città viste da noi

Iniziative analoghe di photelling, sorte un po’ al traino delle comunità di Instagramers, sono quei racconti civici come la “Provincia di Torino vista da noi “approdata su Flickr con una ricca galleria fotografica. Nello spazio condiviso di Flickr sono confluite alcune delle fotografie degli oltre 1000 utenti che hanno inviato le loro foto partecipando ad un contest su sito istituzionale e altre vengono aggiunte liberamente da tutti coloro che vogliono partecipare con immagini che raccontano il territorio provinciale.

Torino è raccontata per immagini dai follower di @Twitorino  con l’iniziativa #fotografaTo, hashtag lanciato dal profilo twitter dell’account del comune di Torino. Prima del settore government a lanciarsi nel mondo del microblogging sin dal 2009, Torino ha anche un canale YouTube.

Più compiuto e strategico è invece il bel progetto digitale  www.diravenna.it.  incentrato sullo storytelling dei luoghi e sulla promozione turistica del territorio cittadino. Si tratta di un vero racconto collettivo attraverso vari linguaggi (testi, immagini, video) e che coinvolge coloro che il territorio lo vivono e coloro che lo visitano. Cittadini e turisti diventano narratori lasciando le loro testimonianze fotografiche o scritte.

Punta sul concorso fotografico #lovingPadova il progetto promosso dal Comune di Padova, attivissimo su i principali social media che proprio in questi giorni ha pubblicato la foto vincitrice.

La fenomenologia delle community di fotografia e phototelling si manifesta con precise caratteristiche:

  • l’esigenza diffusa è quella di creare narrazione
  • l’oggetto della narrazione fotografica è spesso il territorio, con una predilezione per quello urbano
  • tutte ricorrono a contest e challenge per attivare e incrementare la partecipazione
  • il ricorso a tag ed hashtag
  • il varietà di ambienti e piattaforme per il phototelling (siti, blog, social network visivi, app)
  • lo storytelling è collaborativo perché i partecipanti inseriscono didascalie o commenti esplicativi alle fotografie

Storytelling metropolitano

Un esempio riuscitissimo di racconto visivo urbano è l’iniziativa @TorinoStorytell dell’amico Alessandro Dattilo.
Nato prima come account Twitter, il profilo <<racconta una città “ritrovata” e riletta con occhi (…) di chi riscopre, giorno dopo giorno (….) una Torino profondamente nuova e bella>> narrata con 140 caratteri.
Oltre che su Twitter, si può seguire lo social stream di Torino Storytelling su Tumblr,  Instagram e su Facebook . Inoltre lo storytelling urbano ha contagiato anche altre città come @MilanoStorytell e @RomaStorytell.

Lanciato da un hashtag e dall’idea di Giovanna Tinunin aka @platipuszen è nato invece il progetto #triestesocial.
Leggo sul suo blog :
<<Perché un hashtag per una città? Perché Trieste è una città bellissima, con una storia lunga, gloriosa e a tratti misconosciuta (in quanti sanno, per esempio, che sotto la città odierna ce n’è un’altra romana, ancora in larga parte inesplorata e misteriosa?), che in troppi – anche in Italia – ancora non conoscono. (…)  Perché è una delle città più mitteleuropee d’Italia e d’Europa, ma è difficile andare oltre l’immagine da cartolina di un castello sul mare e della principessa Sissi di hollywoodiana memoria. Perché pochi sanno che Trieste è una capitale internazionale della scienza e della ricerca>>
#Triestesocial ha il suo sito e numerosi altri hashtag associati per la promozione degli eventi cittadini, primo fra tutti la Barcolana #barcolanaLIVE

Tendenze: il mashup collaborativo, il geotagging e le App

Una nuova generazione di storytelling combina linguaggi, pratiche e software differenti: è il caso delle applicazioni basate sulla combinazione di fotografie, testo scritto e servizi di geotagging.
Historypin  è <un’applicazione on-line nata dalla collaborazione di We Are What We Do e Google che si prefigge di coinvolgere gli utenti in un progetto rivoluzionario di ricostruzione storica dei fenomeni sociali dal 1840 fino ad oggi.
Historypin consente di inserire le fotografie, provenienti da archivi privati o pubblici, all’interno di una moderna tecnologia di mapping del territorio metropolitano. Attraverso il sito Internet gli utenti sono invitati a condividere i propri ricordi visivi, “appuntando”(to pin) le fotografie del proprio album dei ricordi direttamente all’interno dell’applicazione Street View di Google.>>
Per approfondimenti puoi consultare questo articolo e il video su YouTube.

Unisce la  tecnologia Place Pin di Pinterest e la banca dati di Foursquare il progetto Umbria in pin di Matteo Piselli.  L’innovativo progetto ha lo scopo di mappare i 92 comuni della regione con il contributo di  altrettante 92 persone che devono realizzare una foto panoramica del comune da inserire nella board condivisa e geolocalizzare gli altri contenuti descrittivi aggiunti nella board del proprio profilo personale su Pinterest.

Permettetemi una divagazione sul tema per citare un’App, si tratta di CityTeller.
Come dice il sito, CityTeller è una mappa geoemozionale che racconta la città attraverso i luoghi dei libri condivisi dagli utenti. É un’idea per conoscere le città attraverso i libri che parlano di quei luoghi, dunque molto di più di una guida, una bussola dell’immaginazione che ci narra i luoghi con le suggestioni e le parole di grandi scrittori.
Anche in questo caso si tratta di una narrazione collaborativa alla quale ognuno può dare il proprio contributo, queste le istruzioni per partecipare.

La promozione turistica: lo storytelling territoriale

Capostipite in Italia di questo innovativo modello di promozione turistica è stata la Regione Umbria che nel 2011 con l’evento Umbria on the Blog ha invitato i travel blogger per narrare con testi e fotografie il territorio regionale.
Silvia Badriotto di Nuovi Turismi ha intervistato Alessio Carciofi proprio su questo tema e ne parla in un capitolo dell’e-book “Telling Stories. Buone prassi e interpretazioni di marketing narrativo” libro di cui sono coautrice sul tema del modello narrativo nel corporate storytelling.

Sia la Basilicata sia il Friuli Venezia Giulia hanno saputo promuovere il loro territorio altrettanto bene con iniziative innovative coinvolgendo il popolo della rete: la  la Basilicata con un progetto di videotelling  e il Friuli raggruppando su varie piattaforme tutte le esperienze di storytelling: dal blog di destinazione, dove il racconto è fatto dai cittadini e dagli ospiti, alle varie comunità create attorno alla fan page di Facebook e di Twitter.

Si è spinta oltre con un approccio multimediale “materacittànarrata” che ha sviluppato anche un’App in 3D.
L’App è molto di più di una guida descrittiva monumentale perché racconta i luoghi della città attraverso le storie che li hanno segnati e consente al visitatore di accedere a una piattaforma digitale che permette loro di orientarsi in prossimità di monumenti, siti turistici e itinerari. Il progetto attuativo è stato affidato all’APT Basilicata e comprende 84 video, 67 colonne sonore e 9 ricostruzioni in 3D, un sito e un’applicazione per dispositivi mobili in varie lingue. Nel momento in cui scrivo il sito web del progetto risulta malevolo… un vero peccato!

Vorrei concludere questa rassegna nelle forme e trasformazioni del linguaggio fotografico ricordandovi che sta ripartendo l’evento nel quale tutti noi, citizens, studenti e famiglie ci trasformiamo in narratori: Le Invasioni digitali, ossia come promuovere il territorio attraverso Internet e i Social Media.
Quest’anno le invasioni si svolgeranno dal 26 aprile al 4 maggio in tutte le regioni italiane. Per maggiori informazioni potete visitare il sito e qui invece troverete tutte le istruzioni per diventare un invasore digitale!

Autore Patrizia Soffiati

Content editor copy e seo @TrewSitiweb, passato di studi iberici e ufficio stampa, vocazione green, coltivo la mia ghianda con letture, yoga, lotta love Torino.

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