Si parla molto di crisi, di come uscirne e soprattutto di quale apporto i social network possono dare alle aziende in questo momento delicato. Oggi abbiamo l’onore di ospitare Giovanni Bossi, amministratore delegato di Banca IFIS, istituto di credito veneziano quotato in borsa e specializzato nel factoring. Numeri da capogiro per una banca che in tempi di crisi – al contrario di altri istituti nettamente in perdita – chiude il bilancio con un utile netto record a oltre 76 milioni di euro (fonte. La Repubblica 20 maggio 2013). Una realtà che appare in controtendenza se pensiamo all’aumento dei clienti operativi e di finanziamenti a loro erogati che è pari a + 19%, con conseguente crescita degli impieghi nel settore di circa il 5%. Perché una banca su Cowinning? Perché è una realtà che ha saputo creare valore per sé e per gli altri attraverso la rete creando concrete opportunità di lavoro. Perché questo istituto è riuscito a vedere oltre, e a intuire in tempo, le vere potenzialità del mondo social come mezzo e strumento per supportare le PMI che altro non sono che i propri clienti!
L’impresa non deve pensare il digitale come un orpello, un pezzo esterno, ma come modo per portare efficienza e migliorare il proprio business.
Come dite? Non è una novità? No. La novità è che questa volta è stato tutto messo in pratica e se a dirlo è l’amministratore delegato di una banca, bè… Cowinning non può dire nient’altro che chapeau!
La Social-Banca made in Italy raccontata dall’amministratore delegato: Giovanni Bossi
Andiamo subito al dunque: Banca IFIS si presenta oggi come eccellenza italiana unica nel proprio mercato ad avere utili netti record. Dove si nasconde il vostro segreto?
Lavorare bene, innovando. E concentrare lo stesso impegno che mettiamo nel promuovere il nostro lavoro nel dialogo con i clienti. Sta nel cercare di creare, ogni giorno, una sinergia importante tra tutte le aree della banca, finalizzate ad un obiettivo comune: la soddisfazione del cliente. Il mercato ci sta premiando con dei risultati da record che ci rendono orgogliosi, anche rispetto alle prospettive future. Ci impegniamo ogni giorno a ripensare se quanto fatto ieri si possa fare meglio oggi.
Parliamoci chiaro: oggi essere banca è difficile. Le persone, le aziende percepiscono il distacco tra un’istituzione che spesso non li supporta in un momento di crisi che invece richiederebbe un sostegno maggiore. Sembra invece che il vostro approccio sia diverso. Da dove viene e perché? Non è rischioso?
Con Rendimax (conto corrente della banca ndr) abbiamo cominciato ad utilizzare Facebook e Twitter per ascoltare i consigli, i commenti e le lamentele direttamente da chi il prodotto lo utilizza tutti i giorni, eliminando ogni forma di intermediazione e puntando invece alla relazione diretta. Questo modo di interagire ci ha premiati, anche in termini di business. Il rischio c’è ma il mestiere di una banca è quello di prendersi rischi in modo consapevole: i nostri clienti possono postare o twittare qualsiasi cosa, negativa o positiva e questo non è un limite ma uno stimolo a fare sempre meglio il nostro lavoro, per offrire servizi curati e il più possibile vicini alle esigenze delle persone. Noi siamo una piccola banca rispetto ai grandi gruppi ma è proprio questa dimensione a fare la nostra forza. Essere piccoli significa essere flessibili e veloci, capaci di cambiare, leggeri: caratteristiche che ci rendono permeabili alle richieste del mondo che ci circonda. E non è da tutti.
Prima di iniziare il cammino nei social come eravate organizzati? Avete fatto formazione interna? Come vi siete preparati? E come vi coordinate internamente?
La comunicazione prima dei social andava in un’unica direzione: dalla banca verso l’esterno. L’innesto di esperienze diverse da quelle bancarie, vicine ai temi del mondo digitale e dei social network, ha permesso alla banca di maturare una comunicazione fatta di ascolto e conversazione, e di filtrare ed elaborare nuove richieste su nuovi canali. Abbiamo fatto e continuiamo a fare formazione interna, ma nemmeno questo nel modo tradizionale: partecipiamo ad eventi esterni e a laboratori specifici, provando in prima persona nuovi strumenti e metodi. Continuiamo ad imparare ascoltando. Le piattaforme social evolvono continuamente, i tool del digitale si contaminano, l’innovazione viene dalle esperienze più diverse: piuttosto di cercare best practice replicabili cerchiamo di sperimentare, nella consapevolezza che la trasparenza premi sempre.
Avete puntato solo sui social o credete in una comunicazione più integrata? E come mantenete il rapporto coi clienti?
Tramite i social completiamo l’offerta di servizi “tradizionali” che, per i prodotti retail, si svolge esclusivamente online con il conto corrente Contomax e il conto deposito Rendimax. Il nostro core business, i finanziamenti alle PMI, ha un duplice sviluppo: attraverso il contatto personale con le nostre filiali e con il nuovo sistema Web PMI – un ambito di frontiera in Italia nel settore bancario – con il quale le piccole e medie imprese che hanno bisogno di finanziamenti ci possono trovare attraverso la rete.
A dicembre avete chiuso un concorso grazie al quale avete definito nome, logo e modalità di gestione di un conto corrente on-line, Contomax, grazie alla vostra community on-line. Siete sicuramente dei pionieri: perché avete creduto nei social come nuovo modo per comunicare e creare valore? Cosa vi ha restituito questo investimento?
I social network ci hanno dato un’opportunità: quella di avvicinarci alle reali necessità delle persone. E ogni giorno in Banca IFIS cerchiamo di fare proprio questo: ascoltare e migliorarci. Con StreetNetwork la volontà è stata quella di portare la banca fuori dalla banca, esternalizzare qualcosa che è marchiato come vecchio, noioso e negativo: con il concorso siamo riusciti a colorare questa realtà e ad associare ad essa mondi normalmente disgiunti, come la danza hip-hop e gli street-artists. L’opera vincitrice, di Riccardo Bernucci, è diventata il volto di Contomax, il conto corrente nato a gennaio, e descrive perfettamente l’anima non solo del prodotto ma anche di Banca IFIS: innovativa, in costante movimento, pensata e valutata attraverso la rete.
Dov’è la vera chiave di volta? Una banca sui social network. Spesso le aziende si affacciano ai social, ma non ottengono risultati: date qualche consiglio concreto.
Ad oggi siamo una case history nazionale per quello che con tanto sacrificio siamo riusciti a creare. Ovviamente tutto ciò che abbiamo costruito ha un costo, forse il più elevato di tutti: il costo del cambiamento. Io stesso posseggo un account Twitter e gestirlo talvolta è più difficile che calcolare il bilancio (ride). Ma è un cambiamento necessario che aggiunge valore ad ogni relazione, ad ogni azione, ad ogni pensiero. In Italia purtroppo ancora poche aziende e pochi manager hanno capito l’importanza della rete e della presenza nei social per instaurare relazioni con gli utenti, creare community e discussioni che ci permettono di crescere sia personalmente che come team di lavoro. Anche per questo Banca IFIS ha organizzato un corso gratuito per gli imprenditori per avvicinarli alle tematiche web, per dare loro la “cassetta degli strumenti” con la quale iniziare a parlare ed interagire con la rete. L’impresa non deve pensare il digitale come un orpello, un pezzo esterno, ma come modo per portare efficienza e migliorare il proprio business.
Banca IFIS ha creato MondoPMI, cos’è? Quali risultati avete ottenuto?
MondoPMI è un blog, ed è il social con il quale riusciamo a dialogare con le PMI e gli imprenditori: se Contomax e Rendimax hanno come roccaforte d’ascolto Facebook, MondoPMI è un portale presente anche su Twitter dedicato interamente all’impresa. Questo vuol dire informazioni, contenuti anche legislativi, consigli e opportunità; vuol dire anche iniziative create ad hoc come #futuroPMI, rubrica che racconta i casi di successo di imprenditori che hanno superato la crisi, oppure #imparaPMI, il primo vocabolario social dedicato ai termini e alle espressioni più utilizzate e difficili con le quali le imprese devono confrontarsi. Vuole inoltre essere una community di ascolto e confronto tra le imprese e gli imprenditori, una grande piazza dove tutti possono raccontare la propria esperienza e trarre vantaggio dallo scambio che ne consegue. Ci sembra che gli imprenditori facciano troppo poca rete: lo sforzo che la banca sta facendo è di sviluppare con loro e per loro un luogo di confronto.

La nuova campagna ADV per festeggiare i 30 anni della Banca, coinvolgerà Social, blogger e il mondo web
Prossimo step? Alcuni consigli finali a chi vuole percorrere la vostra strada?
Abbiamo molti progetti da sviluppare e molte idee da condividere con la rete. Quest’anno Banca IFIS, nata prima come società e diventata poi gruppo bancario, festeggia 30 anni di storia. Abbiamo pensato che la prima tappa dei festeggiamenti dovesse essere in linea con la nostra identità, quindi social. Abbiamo iniziato da poche settimane il nostro compleanno su Facebook celebrando i momenti più importanti per la banca attraverso delle immagini di avvenimenti storici accaduti nello stesso anno: l’arrivo della prima Fiat Uno, o il film “ET” per esempio. L’idea è quella di associare le nostre più importanti tappe ai fatti più importanti della vita degli utenti di Facebook, per creare una “storia congiunta”. Il progetto dei trent’anni – che si svilupperà per tutto il 2013 – continuerà poi con un progetto che coinvolgerà blogger e comprende la creazione di un e-book… non posso rivelarvi altro, ma sono certo che la nostra visione del digitale porterà valore a tutto il vasto mondo con cui ci relazioniamo: azionisti, investitori, risparmiatori, imprenditori, giornalisti, persone e noi stessi.
Ringrazio nuovamente il Dott. Bossi e tutto il team di Banca IFIS che ho avuto la fortuna di conoscere, per essere così meravigliosamente Social e per aver accettato il mio invito.