In un momento in cui l’economia non ci fornisce segnali positivi, il nostro futuro (e il presente) trova spazio nella condivisione: si parla di nascita di idee, aggregazione, intelligenza collettiva e spazi condivisi. Il lavoro di gruppo può aiutarci a crescere professionalmente e creare modelli innovativi da sfruttare nel mondo del lavoro.
Dopo l’intervista realizzata da Patrizia a Claudia Merlini che potete trovare qui, torniamo a parlare di Coworking con Stefania Burra, una delle fondatrici dell’associazione Lab121.
Katia D’Orta
Lab121 non è solo uno spazio di lavoro condiviso, di condivisione di scrivanie, esperienze e competenze ma una vera propria community molto vivace nel quotidiano e anche in rete. Ci racconti su quali temi, valori e progetti siete riusciti a creare aggregazione ?
Al’interno di lab121 si crea aggregazione in modo spontaneo, come nella vita, le persone sono attratte da ciò che le incuriosisce, interessa e fa crescere oppure da ciò di cui hanno bisogno.
A Lab121 c’è una prolifera ‘esplosione’ di attività e molti progetti in campo. I coworker, fino ad ora, hanno sempre trovato il loro fulcro di interesse. Ci sono coworker che partecipano ai corsi di formazione e ai seminari di approfondimento, coworker che anziché lavorare da casa utilizzano lo spazio per svolgere le loro attività accanto ad altri approfittando della cucina per fare pausa caffè insieme, poi ci sono coworker che partecipano agli aventi o ai progetti tematici.
L’associazione ha come tema centrale LA PERSONA, e ciò che le permette di realizzarsi professionalmente. La linea guida quindi è il lavoro che si concretizza in formazione, eventi di approfondimento e networking per entrare nel mondo del lavoro, per aggiornarsi e riqualificarsi, strumenti che aiutano le persone a creare il loro percorso professionale. Promuoviamo anche argomenti che stimolino il pensiero proattivo dei coworker, così da offrire stimoli per nuove idee di lavoro.
Nel concreto, gli spazi di Lab121 sono aperti perché i coworker-volontari si ritrovano e gestiscono lo spazio. Abbiamo realizzato due nonConferenze nazionali sul coworking grazie ai coworker-volontari e diverse attività, da rievocazioni storiche nel Monferrato in collaborazione con associazioni culturali a eventi mondiali nel digitale, come il Foursquare Day o per la mobilità sostenibile, le startup, Arduino … meglio consultare il sito del Lab121 perché l’elenco è folto. Solo nel 2013 abbiamo organizzato, grazie ai coworker-volontari, circa 60 eventi.
Più in generale posso dirti che la ‘ricetta’ dell’aggregazione si scopre sulla porta di Lab121, quando una persona si avvicina per la prima volta al mondo del coworking e scopre modelli innovativi per lavorare, all’interno di un sistema equo di opportunità e realizzazioni professionali.
Condividere valori di apertura, inclusività, responsabilità sociale, (pari) opportunità, crea terreno fertile per la partecipazione. Passami il paragone: se il Lab121 fosse un orto, sarebbe un orto sinergico dove il terreno, come le idee, viene fatto respirare e le piante crescono semplicemente grazie alla loro diversità, si nutrono, crescono e si difendono. Poi hai mai assaggiato i prodotti di un orto sinergico? Sono buonissimi!
Alla base del progetto di coworking c’è il concetto di conoscenza condivisa e cooperazione. Quali sono i vantaggi pratici che si possono ottenere scegliendo di utilizzare beni e servizi in condivisione? Il futuro dell’economia è nella condivisione?
Già il presente dell’economia è nella condivisione. Oltre ai diversi movimenti che sostengono il paradigma della sharing economy, ci sono diversi esempi concreti e in crescita che spaziano dai bisogno primari, come il co-housing e i gruppi di acquisto, per passare a strumenti di uso comune come il car-sharing o il couchsurfing fino ad arrivare alla messa in rete delle competenze. Ciò che trovo entusiasmante, oltre al risparmio economico, è offrire possibilità che i singoli da soli non avrebbero, ottimizzando e invertendo il flusso economico verso una crescita che riduce anche l’impatto ambientale. Il classico esempio è Bla Bla car: condividi il viaggio, conosci persone nuove ed emetti meno CO2.
Il coworking in particolare, ti permette di lavorare in un ambiente condiviso, abbatti quindi i costi dell’ufficio e non ti si secca l’inchiostro del toner. Inoltre lavorare nello stesso spazio con altri professionisti offre la possibilità di imparare da loro e chiedere consiglio. Ad esempio a Lab121, abbiamo attivato gruppi di acquisto e convenzioni per i soci che sono possibili grazie all’impatto numerico che hanno circa 500 coworker. Per i corsi di formazione, coinvolgiamo professionisti e incentiviamo il peer tutoring e le consulenze gratuite.
La peculiarità di Lab121 è che è molto attivo per quanto riguarda il networking, in particolar modo ritengo siano molto innovativi nella loro concezione alcuni appuntamenti come il business speed meeting e l’incontro con i giovani industriali di Alessandria.
Ci spieghi come funzionano e quali sono le finalità di questi incontri?
Gli eventi di networking facilitano la conoscenza e la collaborazione tra coworker abbattendo barriere emotive e professionali, infatti ogni attività prevede momenti di networking. Dopo gli eventi segue sempre un aperitivo con lo scambio di biglietti da visita e anche il sito internet del Lab121 ha una sezione ad hoc che agevola la collaborazione. I business speed meeting in particolare sono incontri veloci che permettono alle persone di parlare di lavoro, presentandosi in un tempo breve, di solito 2-3 minuti. Ai coworker piace sempre molto, perché in un’ora possono conoscere anche 20 professionisti diversi, creando opportunità di collaborazione professionale.
Lo speed meeting con il Gruppo Giovani Industriali di Alessandria è l’occasione per molti coworker di entrare in contatto con gli imprenditori della provincia e una buona occasione per attivare contaminazioni tra modi di lavorare con matrice diversa.
Fra i progetti più innovativi e gli eventi in programmazione ho visto che c’è anche il tema degli open data, ce ne vuoi parlare?
Il progetto Alessandria Open data è nato da un gruppo di volontari, tra cui alcuni coworker di Lab121, che sono stati inseriti in un progetto di volontariato professionale del Comune di Alessandria per ‘liberare’ alcuni dati utili alla trasparenza della PA e alla partecipazione democratica dei cittadini. I primi dati che si intendono liberare sono quelli di bilancio, in successione poi quelli del settore ambiente, le informazioni sui trasporti e parcheggi, lo stradario. È un progetto coinvolgente e utile per la città, nelle corde della filosofia del coworking.
Grazie Stefania per l’intervista! Continueremo a seguirti nelle molte iniziative.
E tu? Sei d’accordo con Stefania? Il Coworking crea valore? È un’opportunità valida?
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