Fumetti a scuola? Risorse e tip da chi i fumetti li crea

Julie Maggi a lavoro su Vortix (2012)

Julie Maggi a lavoro su Vortix (2012)

Usare o no i fumetti a scuola?

Usare o meno i fumetti a scuola è una vecchia storia che non sto a sviscerare prima di tutto per mancanza di competenze. Sono però una di quelle sciagurate convinta che chi non va volentieri a scuola – dalle elementari al liceo – spesso non soffra di deficienza ma, talvolta, di eccesso di intelligenza nel senso che si annoia di fronte ad una modalità di insegnamento più o meno invariata dai tempi delle tavolette ricoperte di cera. Per fortuna ci sono illuminate/i insegnanti che – in barba a polemiche più o meno sterili e ad agende digitali più o meno fantomatiche – la sperimentazione la portano nella borsa ogni mattina. Quasi sempre classi pseudo vandaliche si trasformano nelle loro ore in classi pseudo geniali. Generalmente sono insegnanti che non fanno ascoltare la lezione ma fanno imparare (ed amare) le materie attraverso il fare…compreso realizzare fumetti.

In un precedente post Irene Teso ha raccontato come i fumetti possano spiegare in modo più accessibile la scienza, qui vedremo perché può essere una buona idea usare i fumetti in classe, da dove partire e quali strumenti online gratuiti si possono usare. Ospite d’eccezione è Julie Maggi, la raffinata autrice di tavole esposte da Milano a New York passando per Instanbul: chi meglio di lei poteva occuparsi dei tip?

Fumetti: partire con il piede giusto

Creare un fumetto aiuta a sviluppare sia l’immaginazione sia abilità utili nella scrittura e nella comprensione dei testi. Rende necessario capire i diversi stili e toni linguistici per scegliere i balloon giusti, sintetizzare la trama adattandola alle strisce, capire le relazioni fra i personaggi, conoscere il contesto storico per riprodurlo, giocare con fabula, intreccio e voce narrante.

Le idee per realizzare un fumetto in classe sono tante quante la fantasia di chi si mette in gioco ma si può partire da:

  1. un articolo di giornale
  2. un film, un cartone animato o un documentario
  3. una ricerca su un  determinato argomento
  4. un’intervista
  5. una lettura – dalla favola della Sirenetta all’Amleto di Shakespeare
  6. un tema da consegnare in tavole anziché scritto in modo tradizionale
  7. un albero genealogico della propria famiglia che includa le abitudine culinarie, di svago e religiose. Nelle classi multiculturali verrebbero fuori senz’altro spunti di confronto interessanti.

Se si ha la fortuna di avere qualche collega altrettanto incline alla sperimentazione il fumetto si può facilmente trasformare in progetto multidisciplinare coinvolgendo insegnanti di lingue, arte, letteratura, storia e così via: in fondo è un po’ come allestire uno spettacolo teatrale o fare un lavoro di regia.

Il tip di Julie: cominciare da una storia breve o dalla rielaborazione di una tavola

Julie Maggi disegna un personaggio del suo fumetto Lamour

Julie Maggi disegna un personaggio del suo fumetto Lamour

Per un insegnante è importante dare agli allievi gli strumenti necessari per poter narrare una storia. Non dipende dalla bravura dell’allievo la buona riuscita di un fumetto ma da quella dell’insegnante. Instillare nei propri allievi la voglia di iniziare, ma soprattutto di finire, una storia a fumetti è un compito arduo. La cosa più difficile è far capire ai ragazzi che non devono assolutamente mollare un fumetto a metà della sua realizzazione. Finire una storia breve può essere una buona partenza, per questo è inutile dare esercizi che comportino un livello di pazienza elevato, all’inizio. Quella arriverà col tempo e se l’allievo avrà avuto la soddisfazione di vedere una propria storia conclusa, sarà egli stesso a coltivarla, allo scopo di scrivere e disegnare storie più lunghe.

La rielaborazione di una tavola a fumetti è un’ottima idea. Permette all’allievo di accostarsi alle tecniche usate dall’autore e allo stesso tempo di provare a crearne di proprie. A volte può essere rischioso per via del fatto che, studiando da vicino l’opera di un disegnatore, si finisce spesso per venirne influenzati. Solo dopo un certo periodo di tempo si matura un proprio stile fatto di tanti piccoli dettagli che lo rendono unico.

Fumetti: strumenti e risorse

Nel video Julie lavora con carta, pennino, inchiostro e acquerelli ma possono andar bene quadernone, matite e pennarelli oppure uno dei tanti strumenti gratuiti online che permettono di creare strisce o tavole da condividere e stampare con il semplice sistema di trascinamento degli elementi.

Una buona risorsa di suggerimenti è il canale Scoop.it CreatingComics ma forse i tre strumenti più completi sono:

  1. per fumetti stile Marvel: Comicmaster o il tool originale della Marvel
  2. per fumetti stile Topolino > il comic creator di Topolino
  3. per fumetti stile Lego > il comic creator di Lego

Il tip di Julie: trovare l'ispirazione nelle piccole cose e giocare con la pagina bianca

Una tavola del fumetto Lamour di Julie Maggi

Una tavola del fumetto Lamour di Julie Maggi

Il momento più importante è sicuramente quello in cui nasce l’idea. Senza ispirazione non c’è creazione. L’ispirazione viene data da tutto quello che ci circonda ma bisogna saperla cogliere. Essere curiosi, aperti alle nuove esperienze, coraggiosi e farsi domande. Scegliere il proprio stile, quello che più ci soddisfa, ma non dimenticarsi di cambiare, modificarsi in base al tempo e al luogo in cui si vive. Bisogna trovare il tempo per viaggiare, nel mondo e nelle persone.

Per affrontare il vuoto della pagina si deve giocare. Il foglio è solo un foglio. Se sbaglia, un disegnatore deve essere in grado di rendere il proprio errore qualcosa di bello. Guardare spesso persone che non siano artisti professionisti, o studenti d’arte mentre provano a disegnare qualcosa. Ho imparato molto osservando persone adulte che disegnavano per la prima volta dopo anni. La maggior parte delle persone non disegna mai. Ma questo non vuol dire che non sappia farlo. Giocare con i colori, sporcarsi le mani di proposito. E a volte, con il foglio di carta, fare una barchetta, uscire di casa e andare a passeggiare in riva ad un fiume.

Prima di procedere alla sperimentazione potete dare un’occhiata, per una breve panoramica (anche) storica, alla scheda di Fabio Rossi dedicata al linguaggio dei fumetti su Treccani.it: è del 2010 e cita en passant il genere manga che oggi impazza perfino su Instagram ma offre molti spunti. Altra risorsa è la mini guida, Come si diventa autore di fumetti, del 1983 e fuori stampa ma scaricabile in pdf, curata da Alfredo Castelli, Gianni Bono e illustrata da Silver ovvero il celebre papà di Lupo Alberto. Vengono affrontati con ironia – ma non con leggerezza – la motivazione, la formazione, la creazione del fumetto dall’idea alla sceneggiatura passando per i codici e i trucchi del mestiere. Online ci sono anche i video delle 11 puntate di “Fumettology – i miti del fumetto italiano” andate in onda su Rai5: entrare di soppiatto nelle vite creative di maestri così diversi può accendere la fantasia in curiose e giovani menti.

Sei un’insegnante e hai sperimentato la creazione dei fumetti?

Raccontaci la tua esperienza nei commenti e – perché no – allega l’immagine di una delle tavole realizzate in classe 😉

CHI È JULIE MAGGI?

Julie Maggi - juliemaggi.com

Julie Maggi – juliemaggi.com

Julie è nata in Italia nel 1983, vive a Bruxelles ed è laureata in Pittura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Nel 2005 collabora con “Sara e Pol” come inchiostratrice e colorista, il primo fumetto periodico in Italia ad essere realizzato totalmente in Flash per l’editore “Free Books”. Due anni dopo realizza il fumetto “Bernardo Adventures in Printerland” durante MedPrint, la fiera delle tecnologie per la grafica e l’editoria del Mediterraneo.
Nel 2008 crea una serie di incisioni ispirate al suo romanzo “Elenoir” esposte durante la rinomata fiera Art Ist di Istanbul e pubblicato con Foschi Editore. Esce in edicola “Wow”, una serie per il settimanale di fumetti Lanciostory, della quale inchiostra il primo episodio. Nel 2012 le tavole del suo fumetto “Lamour” vengono esposte a Times Square e selezionate per una mostra presso il WOW, Museo del fumetto di Milano.
Nel 2013 partecipa alla mostra itinerante The Sketchbook Project USA Tour in cui espone il suo “A Small Handbook for Santiago de Compostela”. Pubblica e realizza le illustrazioni di “Abisso”, su testi di Alessio Argentino e “Somnium”, primo albetto filosofico interamente scritto e disegnato da lei stessa. I suoi fumetti preferiti sono “Addio, Chunky Rice” di Craig Thompson, “The Wrong Place” di Brecht Evens e “Les Sous-sols du Révolu” di Marc Antoine Mathieu.

Autore Rachele Muzio

Curo e coordino progetti online per università ed enti di ricerca. Lottare per anni con lo scarto fra ricchezza di idee e mancanza di fondi nel mondo della cultura mi ha portata a sperimentare soluzioni creative partendo dalla rete. Il mio blog Webpersignore è nato da questa spinta e Cowinning ne è il frutto migliore.

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