Esistono realtà che spesso non hanno voce. Realtà italiane fatte di persone che si impegnano e costruiscono quotidianamente dalle fondamenta la nostra società e quindi dai giovani, perché ne hanno intuito l’importanza. Oggi vi parlerò dell’Associazione L.A.L.T.R.O che si occupa di formazione col metodo della didattica social. Ho conosciuto la loro attività grazie a Matteo Arnaboldi giovane laureato di Como che, a differenza di molti suoi coetanei, davanti a uno stato e a una situazione di crisi ha deciso di non mollare l’Italia ma di impegnarsi concretamente per far cambiare le cose “da dentro”.
Oltre a collaborare con l’associazione, Matteo ha aperto il portale www.lakecomoturism.com che, grazie al supporto della comunicazione sui social network e alla sua capacità di intessere networking di valore, ha avuto in poco tempo un ottimo successo. Quello che mi ha stupito di Matteo quando mi ha raccontato dell’associazione è che alla mia domanda “ma come tirate fuori lo stipendio”? La sua risposta, chiara, sincera e sorridente è stata “facendo lo standista alle fiere, lavorando qua e là, ma questo progetto di formazione e didattica social è troppo importante per mollare ora. È ora di cambiare testa e di svegliarci!”.
La cultura digitale per contenere il fenomeno della dispersione scolastica
L.A.L.T.R.O. è un’associazione di promozione sociale composta da professionisti e ricercatori universitari nell’ambito della formazione che lavorano in collaborazione con UST, Univercomo, Comune di Como e numerosi Istituti Scolastici. Le attività di L.A.L.T.R.O. sono volte a sviluppare progetti di formazione attraverso approcci metodologici innovativi e focalizzati su tematiche riguardanti l’orientamento (scolastico, universitario, lavorativo), la ricerca didattica (percorsi di formazioni per docenti), le nuove tecnologie (corsi e workshop sui social media).
Obiettivo della loro azione è di favorire, da un lato, processi di inclusione sociale di giovani che vivono situazioni di disagio e marginalità perseguendo il principio dell’uguaglianza civica in rapporto al tema dell’istruzione, dall’altro, azioni formative di più ampia portata destinate ai giovani in età scolare e universitaria, il tutto supportato da servizio digitale personalizzato per ogni studente. Non poteva di certo mancare, in questo percorso un corso in comunicazione digitale e social media marketing, il Como Like Social, che intende offrire un percorso innovativo avvicinando le scuole ad un approccio didattico legato all’uso delle tecnologie informatiche e fondato sull’apprendimento cooperativo ed esperienziale. Durante il biennio 2012/2013 sono stati realizzati progetti di orientamento lavorativo e universitario post-diploma e in uscita dalle scuole medie per fronteggiare i problemi sempre crescenti legati alla dispersione scolastica e alla disoccupazione giovanile.
Didattica social: i social network come mezzo per integrare alunni, docenti, professionisti col territorio di appartenenza
Tutti i percorsi formativi si basano sull’interazione attraverso i social network e in particolare tramite Facebook. Per questo motivo L.A.L.T.R.O. ha sia un profilo privato che pubblico sia una fan page. Questo permette da una parte di creare gruppi corrispondenti alle singole classi, interagendo direttamente anche in chat con ogni singolo studente o docente, dall’altra di avere (come giusto che sia) l’ufficialità e la gestione di una fan page. I percorsi formativi prevedono anche interviste a professionisti di spicco della zona di Como, che raccontano agli studenti qual è stato il loro percorso di studi e lavorativo per arrivare a ricoprire quel ruolo professionale. Questa scelta si è rivelata fondamentale perchè ha permesso di trasferire feedback e intessere relazioni col territorio di appartenenza. La scelta vincente di utilizzare quella che definirei didattica social ha permesso ai professionisti di entrare nel mondo che i ragazzi frequentano e di avvicinare il mondo dei docenti a una realtà che spesso vivono (erroneamente) da esterni. La continua integrazione aula e social ha permesso di valorizzare il rapporto personale tra professionisti e studenti così da far leva e arrivare allo scopo della missione dell’associazione.
Mancano i fondi? E noi balliamo da soli!
Ci siamo, la solita triste situazione: nell’ultimo anno grazie agli impietosi tagli sui finanziamenti purtroppo sono venuti a mancare i fondi per finanziare le attività che L.A.L.T.R.O. svolgeva e svolge tuttora nelle scuole. Che fare? La decisione è stata subito chiara: continuare a integrare social e real utilizzando il networking costruito in rete per creare valore (idea molto #Cowinning, non credete?). I ragazzi si sono attivati coinvolgendo amici, fans, supporter e un team di Como specializzato nell’organizzazione di feste che si chiama Partycolare (molti di loro hanno lavorato gratis) e hanno organizzato una serata di musica e beneficenza in cui prima di scatenarsi a ritmo di disco, giovani artisti della provincia hanno esposto le loro opere: tele dipinte, stampe fotografiche e performance di live painting col lombardo Turbosafary. Sono state registrate a questa serata più di mille presenze: un successo grazie al quale le attività (almeno per un po’) potranno continuare.
La rivoluzione social-culturale. Cara istituzione rispondi: io ho questo progetto (geniale). Tu come supporti la mia idea?
Matteo mi raccontava di ragazzi talentuosi che riescono anche a creare App e soluzioni tecnologicamente avanzate, ma che poi nessuno considera. La mortificazione nel vedere studenti con grandi possibilità che potrebbero diventare i futuri Zuckerberg messi da parte da un sistema che non valorizza, ma al contrario penalizza è molta. Ancora una volta, partendo dal networking i ragazzi sono usciti dalla rete e sono riusciti a organizzare una giornata coinvolgendo le più alte istituzioni comasche in un evento unico nel suo genere. La particolarità di questa azione consiste nell’idea di ribaltare le modalità tradizionali di rapporto pubblico/privato e di coinvolgere anzitutto le risorse giovanili esistenti e a cui è continuamente negata la possibilità di partecipare attivamente a progetti istituzionali e a cui sono precluse le numerose risorse (economiche e di sistema) allocate nei diversi settori strategici che costituiscono l’ampia categoria di cultura: turismo, scuola e ricerca, informatica, architettura e urbanistica, arte e design, moda, musica. Cosa significa tutto questo? Che il 18 giugno, saliranno sul palco giovani talentuosi, esporranno il loro progetto, la loro idea. L’obiettivo è di duplice natura: da un lato, individuare punti specifici e linee programmatica per redigere un Manifesto Comasco di sviluppo culturale del territorio; dall’altro, attivare risorse istituzionali e finanziarie per dare concretezza alle azioni e alle progettualità presentate delle realtà giovanili e sulle quali si intenderà operare dopo le fasi di confronto e co‐progettazione. In pratica i giovani metteranno le istituzioni davanti a una scelta obbligata: “io sono qui, ho questo progetto e te lo faccio vedere e te lo spiego. Tu per me cosa fai? Mi dai uno spazio per creare? Quale supporto mi dai perché io possa continuare a restare qui e creare valore per chi verrà dopo di me? Cosa fai tu istituzione per me? Continui a rimbalzarmi o credi in me?”
Io non so come andrà il 18 giugno, sicuramente un giro in quella sala lo farò perché un progetto come L.A.L.T.R.O non ha proprio senso che termini. Mi piace questa sorta di rivoluzione social-culturale che arriva dalla rete e da essa esce. Ecco, #Cowinning crede che abitare la rete significhi creare valore all’interno di quelle che ormai definiamo smart city. Si parla di società liquida sempre più integrata. Ma capite vero che c’è qualcosa che non va se sono proprio le istituzioni a non esserlo?
Grazie Matteo, hai proprio ragione: il progetto è troppo importante per mollare ora. È ora di cambiare testa e di svegliarci!. #Cowinning vi sostiene, in bocca al lupo da tutti noi!
(ph. claudia bellotti)
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