Raccontarsi sul web con la fotografia


Scatto appartenente alla mostra Roma Noir di Massimo Lico

I racconti fotografici hanno una tradizione importante nel fotogiornalismo, ma quando la fotografia si lega alle  parole e alle storie delle persone,  alle emozioni universali e alle memorie che evocano, allora si può parlare di storytelling fotografico.
Le forme che il racconto fotografico può assumere sono innumerevoli:  gallerie fotografiche sul web,  slideshow,  servizi fotografici a carattere commerciale,  backstage, e-book,  diari fotografici ecc.
Dal 12 al 20 aprile si inaugura a Bracciano  la mostra RomaNoir, un progetto personale di narrazione visiva urbana che Massimo Lico ha dedicato a Roma. Per questa ragione  vi propongo un’intervista per approfondire con l’autore il tema  del #visualstorytelling e la sua personale visione della realtà.
– Patrizia Soffiati –

Intervista a Massimo Lico

  • Massimo sei un consulente di Personal Branding e fotografo, quale connessione esiste fra questi due campi di attività?

Il Personal Branding, in estrema sintesi, è l’insieme di processi che attuiamo per promuovere noi stessi, i nostri valori unici, le nostre caratteristiche migliori. Ma è anche “l’insieme di percezioni che inneschiamo nella mente del nostro pubblico di riferimento è il modo in cui veniamo percepiti quanto entriamo in un ambiente ed il modo con cui veniamo ricordati quando ne usciamo”(cit).
La fotografia, intesa come linguaggio visivo di comunicazione, ancora prima che come arte, crea degli effetti di senso molto precisi, che si ricollegano alle percezioni cui ho fatto cenno sopra, ecco perché esiste un legame così stretto tra Personal Branding e fotografia o meglio ancora con lo storytelling fotografico.

  •  Il tuo lavoro si distingue per l’applicazione delle tecniche narrative alla fotografia: in cosa consiste lo storytelling fotografico e perché hai scelto questa forma espressiva?

Lo storytelling fotografico è una particolare declinazione del Visual Storytelling, consiste in una modalità di comunicazione grazie alla quale le immagini vengono usate per narrare storie. L’ho scelto come forma di espressione, perché amo la fotografia e le immagini hanno un potere evocativo molto forte come sappiamo, inoltre è una passione incredibile che ho sempre avuto e trovo catartico fare scatti fotografici, a volte scatto con la digitale anche un po’ per gioco, anche solo per sentire lo scatto dell’otturatore, come fanno i musicisti quando si intrattengo a parlare con qualcuno e mentre hanno il loro strumento in mano emettono suoni, casuali, nessun fraseggio musicale definito, ma è un gioco molto utile a mantenere il contatto con lo strumento. La fotografia è una grande passione, e sono fortunato di aver potuto costruire in questo modo il mio lavoro, mi fa sentire utile.

  • Come individui e sviluppi progetto di narrazione visiva?

Sin da piccolo sono sempre stato un attento osservatore dei particolari, mi immergo nel mondo che mi circonda e sono curioso quanto basta per porre lo sguardo oltre la normale visione. Tutto questo mi mette in sintonia con il mondo ma il vero momento in cui individuo un progetto di narrazione visiva è sempre lo stesso, l’unica cosa che si ripete nel mio lavoro è, il provare una sensazione, un brivido, una forte emozione. Lo sviluppo avviene… è un segreto! Scherzo! in verità mi baso sugli elementi canonici del racconto ma poi applico la tecnica di quella che definisco fotografia introspettiva, scatto cioè solo nel momento in cui sento l’emozione giusta per farlo, ogni scatto esprime il mio stato d’animo interiore, che si riflette nell’ambiente esterno da me.

  • Che differenze ci sono fra un progetto di storytelling fotografico e una reportage fotografico?

Non possiamo nascondercelo, lo storytelling sta rischiando di diventare una moda, e da un certo punto di vista non è un male, significa che piace a molti, ma facciamo attenzione, si tratta di una cosa seria (non seriosa), di una scienza precisa, a livello emotivo facciamo storytelling (anche fotografico) se riusciamo ad emozionare il pubblico. In questo senso il reportage fotografico ci si avvicina molto, vorrei citare il mio amico Tano D’Amico, un grande fotoreporter che a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 ha saputo evidenziare “il legame imprendibile tra storia e fotografia” come lui stesso sottolinea nel suo ultimo testo Anima e Memoria. Però mi permetto di evidenziare un fatto distintivo, lo storytelling si basa sull’attivazione di un processo noto come “arco di trasformazione del personaggio”. Documentare una storia e narrarla restano due cose ben distinte. IMHO (In my humble opinion)

Storytelling fotografico Roma Noir Immagine della Mostra Roma Noir

  • Quanto conta l’obiettività o la spontaneità rispetto all’adesione alla struttura narrativa del tema?

Dipende dall’intento che ci prefiggiamo, direi che dovrebbero essere tenute sempre a mente per i loro significati precipui, poi però si tratta anche di un atto creativo che può concedersi qualche licenza se viene fatta salva la missione di veicolare un messaggio valoriale autentico ed importante.

  • Come mantieni in equilibrio forma e contenuto del racconto visivo?

Mi concentro tantissimo quando scatto una fotografia o un insieme di fotografie, il testo visivo ed il testo verbale si accompagnano per creare un racconto equilibrato.

  • A questo proposito, esiste a tuo parere un rapporto fra fotografia e letteratura?

Certamente si, ultimamente sto leggendo il libro del mio amico Diego Mormorio, dal titolo “Scrittori e Fotografia” e sto scoprendo delle cose interessanti, faccio a questo punto un parallelismo, tra matematica e filosofia c’è stato da sempre un legame imprescindibile, esattamente come tra fotografia e letteratura.
Colui che amò di più la fotografia fu Edgar Alan Poe che la definì “la più sensazionale scoperta dell’uomo” apprezzandone gli aspetti precipuamente tecnico-scientifici, non quelli artistico-creativi, colui che la odiò invece fu Baudelaire, mentre Victor Hugo fu l’antesignano della moderna fotografia introspettiva o se vogliamo anche della fotografia concettuale, Flaubert non amava certamente i ritratti. Una lista lunga di aneddoti anche antologici molto interessanti che indicano un legame tra fotografia e letteratura che ebbe inizio sin da subito (19 agosto 1839 – data della presentazione ufficiale della dagherrotipia)

  • Fra i network visivi quale prediligi e perché?

Non ne ho uno in particolare, ciascuno ha le sue particolari caratteristiche che lo rendono più adatto a veicolare una certa storia piuttosto che un’altra. La gamma è ampia e questo permette di effettuare le scelte in maniera oculata. Ma per citarne uno direi Reclog, una social app gratis per scattare foto e registrarci sopra un messaggio vocale, lo trovo molto carino e capace di far vivere lo scatto con il suono di una voce che racconta brevemente qualcosa sullo stesso.

STARTER BOX

Massimo LicoOggi è sempre più evidente che l’unico modo per raggiungere moltissime persone, alle quali raccontare la propria attività, la propria vita, la propria storia, è quello di scegliere la vetrina del web. Ma non è semplice come potrebbe sembrare,  bisogna prestare attenzione alla propria immagine come e forse di più rispetto alla vita di tutti i giorni, perché correre ai ripari di una immagine non ben curata, sul web, è molto più difficile del farlo nella vita al di fuori del web stesso.
Ecco qual è il mio lavoro, mi prendo cura dell’ immagine online dei miei clienti, li aiuto in quel processo delicato di raccontarsi sul web, comunicando al meglio i loro valori. Ma la comunicazione è anche una forma d’arte, per questo ho scelto di metterla al centro della mia vita, comunicare per me è viaggiare in empatia col prossimo, e ogni viaggio è un racconto.
La fotografia è uno strumento attraverso il quale comunico i miei sentimenti e stati d’animo, amo particolarmente questa mia frase “l’emozione esce dal mio plesso, passa attraverso l’obiettivo e cerca di raggiungere le persone“.
Ho scelto come forma di comunicazione visiva lo “storytelling fotografico” inteso come metodologia di lavoro e arte allo stesso tempo, che permette di raccontare storie che coinvolgono emotivamente il pubblico al quale ci rivolgiamo, sia in veste di persone che aziende, creando con esso un importante processo di identificazione.

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Sito web Roma Noir: www.romanoir.info

Autore Patrizia Soffiati

Content editor copy e seo @TrewSitiweb, passato di studi iberici e ufficio stampa, vocazione green, coltivo la mia ghianda con letture, yoga, lotta love Torino.

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