Il tema delle vittime della mafia narrato tramite graphic novel.
Cowinning intervista il direttore editoriale di Round Robin editrice, Stefano Milani
Round Robin è il patto fra pirati con le firme in forma di cerchio che rende tutti uguali nella buona e nella cattiva sorte. Nell’articolo che L’Espresso ha dedicato alla vostra nascita Round Robin viene definito un patto fra corsari. Ma i corsari erano gli scagnozzi della monarchia mentre i pirati erano un gruppo anarchico e indipendente. Chi sono oggi i corsari e chi i pirati dell’editoria?
I corsari, che poi è anche il nome di una nostra collana, è un omaggio a Pasolini e ai sui scritti corsari. Noi però ci sentiamo più pirati. Che provano quotidianamente a navigare a vista, nel mare magnum dell’editoria. Cerchiamo di andare controvento e questo ci tiene svegli e vigili, sempre pronti ad ogni evenienza. Sperimentiamo continuamente nuovi linguaggi, solo così possiamo rimanere a galla.
In Italia il mondo editoriale è per comandanti da Crociera, pluristellati che devono sono fatturare, indipendentemente da ciò che pubblicano. Come uno Schettino qualsiasi.
Il vostro è un catalogo sopra le righe metà del quale dedicato a saggi che indagano il presente e storie che denunciano le mafie. Affidare un tema delicato come quello degli assassinii per mano mafiosa alla graphic novel è un azzardo, ci racconti come nasce l’idea e il lavoro che c’è dietro al singolo numero?
Più che un azzardo, è un atto d’amore. E di divulgazione. Quanti giovani entrano in una libreria per comprare un libro che parla di mafia e se ne vanno a mani vuote scontrandosi solo con saggi o trattati sociologici? Noi abbiamo provato a rompere gli schemi. A trattare temi così importanti e delicati attraverso una forma diversa.
Il fumetto è accessibile a tutti, in poche tavole riesce a raccontare molto meglio di tante parole. Ma è un lavoro lungo e faticoso. Si scontrano e si incontrano due linguaggi, la parola e il fumetto, che devono fondersi in una “voce” sola. La genesi e la realizzazione di una graphic novel può durare anche più di una anno.
*Booktrailer a cura dell’Associazione daSud della graphic novel su Roberta Lanzino (Round Robin, 2012)
Avete accettato con entusiasmo la proposta di Cowinning di entrare fra gli sponsor dell’evento organizzato dal Centro Asteria per la Giornata della Memoria contro le vittime di tutte le mafie. Come accompagnate le vostre storie nel mondo e che feedback ricevete rispettivamente dal pubblico, da internet e dalla stampa?
Una volta uscito il libro a noi piace viaggiare fisicamente con lui. Andare nelle scuole, nelle associazioni, nelle piazze. Ci piace parlare e confrontarci, mettere al centro i temi e le persone. Organizzare e partecipare ad incontri, dibattiti, eventi. Mafie, violenza sulle donne, giustizia negata, misteri irrisolti: parlarne non è mai abbastanza. Noi siamo una piccola realtà, e vale il motto se Maometto non va alla montagna, siamo noi ad andare a farci conoscere. In questo internet è uno strumento straordinario. In fondo siamo o non siamo pirati, e ci piace navigare nelle infinite acque del web.